Benvenuta o benvenuto,
sono, come tutti voi, la temporanea manifestazione materiale di una “impronta elettromagnetica” e sono conosciuto nella società umana come Vincenzo Pasino.
Oggi è il 06 aprile 2024 (Data di ultimo aggiornamento).
Il 14 giugno 2023 ho compiuto 81 anni.
Il 1 settembre 1994, a seguito di atto dell’allora sindaco di Alessandria adottato con il parere contrario dell’allora Segretario generale dott. Piterà, sono stato trasferito dal CED agli “Studi programmazione e statistica”.
Avevo vinto, nel 1977, il concorso pubblico al posto di responsabile del CED del comune di Alessandria e per 16 anni ho ricoperto l’incarico di direttore della struttura, inizialmente asservita alla struttura finanze e poi resa autonoma con atto del Consiglio Comunale.
Anche se restano strascichi della mia seconda vita da qualche anno ho cominciato la mia terza vita.
Ma è della mia seconda vita che oggi voglio parlarvi.
Voglio parlarvi di qualche cosa che è successo a me ma che interessa voi, interessa noi tutti se vogliamo far diventare sempre di più la nostra comunità un esempio di etica, di libertà e di eccellenza nel mondo.
Sono nato in periodo di guerra, il mattino di mercoledì 14 giugno 1942 in una clinica di Cuorgnè sulle montagne in provincia di Torino.
Mio padre Bruno, ufficiale di artiglieria, era tornato con la malaria dopo mesi di osservatorio in un avamposto sperduto fra le montagne albanesi. Allora il puntamento dei pezzi di artiglieria veniva fatto ricorrendo ai calcoli trigonometrici di chi “vedeva” otticamente le linee nemiche da postazioni “oltre il fronte”.
Era partito da tenente e tornato capitano, aveva sposato mia madre prima di essere destinato a Cuorgnè (TO) alla scuola di artiglieria da montagna dove sono nato.
Avevo pochi mesi quando trasferirono mio padre alla scuola di artiglieria costiera di Terracina (NA). Avevo poco più di un anno quando, anticipando l’otto settembre del 1943, mio padre caricò me e mia madre su un carro merci con destinazione Solero, casa del nonno paterno.
Rividi mio padre dopo circa un mese. Aveva invitato i soldati della scuola della quale era comandante a darsi alla macchia ed a tornare a casa.
Lo aveva fatto anche lui ed era tornato a piedi o con mezzi di fortuna, cercando di evitare di venire catturato dai tedeschi e dai repubblichini.
Era tornato dimagrito e con la barba lunga ma lo riconobbi subito appena entrò nel cortile di casa. Gli corsi incontro e lui mi prese in braccio come faceva sempre a Terracina. (foto 1) Ero ancora figlio unico perché mio fratello doveva ancora venire concepito a quella data.
Foto 1- Terracina giugno 1943
Mio padre rimase poco a casa per timore di venire catturato.
Dopo aver parlato con il generale Gallia, che lo ha messo in contatto con l’on Livio Pivano responsabile alessandrino del CLN, si è dato alla macchia ed ha organizzato la Resistenza con le formazioni Giustizia e Libertà, nella bassa valle del Tanaro. (foto 2)
Foto 2 – Brigata Giustizia e Libertà a Solero
Le vicende, gli eroismi, le paure, i rischi, le morti di quei mesi di fine 1943 e dell’anno 1944 sono storia per altri contesti.
A metà gennaio del 1945 mio padre ci aveva fatto una delle sue fulminee visite per vedere mio fratello Mario, nato il 3 settembre 1944. Uscendo di casa trovò le milizie repubblichine ad aspettarlo.
Un delatore, che si è scoperto poi appartenere ad una formazione partigiana di sinistra, lo aveva denunciato come comandante partigiano!
Imprigionato in via Cavour, in quella che prima è stata la mia scuola media “Cavour” ed ora è la Camera del Lavoro della CGIL, venne torturato a lungo.
Le brigate nere volevano che mio padre rivelasse i nomi dei capi del CLN e dei compagni di lotta.
Per convincerlo a parlare le Brigate Nere permisero a mia madre di incontrarlo in prigione…
Mia madre si mise in contatto con i tre suoi fratelli che avevano organizzato brigate partigiane nell’astigiano ma, prima che potessero intervenire, a fine gennaio 1945 , nel pomeriggio del 30, un manipolo di repubblichini lo ha prelevato da piazza Goito dove era stato portato dopo i vani tentativi di convincerlo a collaborare.
Nuovamente torturato, nell’estremo tentativo di ottenere informazioni, a sera, è stato caricato su un veicolo insieme ad altri 3 compagni ed è stato portato sulla strada che da Alessandria porta a Casalbagliano. (foto 3), la dove, a circa 700 metri dal centro abitato, poco dopo la mezzanotte, è stato massacrato con 97 colpi di mitra.
Foto 3 – La lapide eretta a ricordo a 700 metri da Casalbegliano
E’ stato trovato il mattino, riverso sulla neve, l’occhio destro distrutto dai proiettili e l’occhio sinistro a guardare il cielo, là dove è sorta la lapide che lo ricorda, oltre il fosso dal lato opposto a quello nel quale sono stati trovati i suoi tre compagni.
Il giorno dopo, a mia madre, che era andata a cercarlo in piazza Goito, venne raccontato che mio padre era stato trasferito e che durante il trasferimento c’era stata una sparatoria.
Quella notte fra il 30 ed il 31 di quel gennaio del 1945 mi ero svegliato, gridando in piedi sul letto.
Avevo “percepito” l’addio dalla vita materiale di mio padre “in inviluppo quantistico” con LUI!
Avevo poco più di 31 mesi quando lo vidi nella bara come nella foto che ho pubblicato sul sito. (foto 4).
Foto 4 – Solero 2 febbraio 1945 –
Mia madre accanto al corpo di mio padre..
Ciò che successe, prima dell’aprile 1945 e dopo, è ancora storia per altri contesti.
Le corse alle 6 di mattina sulla mia piccola bicicletta legata a quella di mia madre per restare con Lei anche quando andava ad insegnare a scuola a Felizzano.
Le perquisizioni dei carabinieri che cercavano le armi del “rivoluzionario” mio padre.
I pianti di mia madre quando io, diciottenne, decisi di “fare attività politica”.
Gli anni dell’impegno politico e degli studi in ingegneria, delle lotte universitarie del 1968, della ricerca scientifica con gruppi dell’INFN, delle pubblicazioni presentatea conferenze e pubblicate su riviste scientifiche internazionali e dell’insegnamento a 300 allievi di ingegneria “quasi miei coetanei”.
Sette anni come ricercatore ed insegnante a Lire 300/ora, con ritenuta d’accontom senza maturazione di anzianità di servizio e senza contributi previdenziali ed assistenziali.
Nel 1977, nonostante gli inviti a rinunciare “degli ex colleghi della politica” e la minaccia di venire “bocciato” ho affrontato il concorso pubblico per il posto da direttore del CED ed ho vinto contro ogni tentativo di sbarrarmi la strada.
Con quindici anni di impegno appassionato mi sono guadagnato il rispetto di tutti i Segretari Comunali che si sono succeduti in quegli anni in comune di Alessandria e carisma presso gli esperti italiani del settore per le realizzazioni informatiche e le innovazioni organizzative introdotte. Ma anche questo è argomento per un diverso contesto.
Spesso, dagli anni 90, dopo la separazione dei poteri di indirizzo e controllo spettanti alla politica dai poteri di gestione spettanti alla burocrazia, ho avuto contrasti con la politica più pervasiva.
Nel 1989 le modifiche al codice di procedura penale hanno concentrato nelle Procure un potere prima distribuito fra forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Nel 1992 l’azione della Magistratura, con alle spalle la CIA e Di Pietro, con la caccia alle streghe ed una stagione di odi e di invidie ha distrutto sia la classe politica e sia la democrazia come voluta dai costituenti.
Nel 1992 da 11 anni (dal censimento del 1981) operava al CED, sempre con autorizzazione formale della Amministrazione Comunale, una Cooperativa (Datadigit Scrl) formata da giovani alessandrini (197 giovani)..
Il 9 giugno del 1992 (ero Direttore e Segretario Generale era il sott. Piterà), a seguito di denuncia alla Procura (Melchiorre, Rovito, il confidente dei Carabinieri Picchio, dipendente del CED, …), i carabinieri fecero “irruzione” al CED per “verificare la presenza “non autorizzata” di estranei al CED”.
Quale dirigente avevo autorizzato (e ne avevo a quella data il potere), una prova di fattibilità del lavoro di registrazione dei dati del censimento del 1991 come richiesto dall’ISTAT ai comuni dotati di idonee attrezzature informatiche.
La storia di quegli anni è tutta da scrivere: I contrasti fra PCI e PS, l’arresto di Franzò e di Ferrero, le dimissioni “strategiche” di Mirabelli da Sindaco e la sua iscrizione al PC.
Dopo l’avvicendamento di alcuni Sindaci che, dopo brevi permanenze, si affrettarono a dare le dimissioni, il Prefetto sciolse il Consiglio Comunale e nominò Commissario Straordinario il dr. Cosimo Macrì.
Venne il tempo di una profonda riorganizzazione della struttura comunale.
A fine novembre 1993 le elezioni comunali posero termine all’opera di Macrì.
La leghista Calvo Francesca vinse le elezioni, assunse la carica di Sindaco e nominò gli assessori anche fuori dal consiglio comunale come previsto dalla nuova Legge n.ro 81 del marzo 1993.
L’operatore di sala macchine del CED, senza che io ne venissi informato, venne trasferito alla segreteria di quel Melchiorre che nel giugno del 1992, quale segretario cittadino della Lega nord, aveva presentato denuncia ai carabinieri della “presenza di estranei al CED” e causato la inutile e farsesca “irruzione” dei carabinieri..
Il 13 gennaio del 1994 due assessori mi convocarono e mi chiesero di “farmi da parte” perché volevano “gestire” direttamente l’acquisto delle apparecchiature per il CED e la concessione di liste anagrafiche agli”amici”.
L’allora Vicesindaco, incontrato all’ingresso del palazzo, mi disse: “La stritoleranno se non si adegua alle richieste di lasciar gestire il CED dall’assessore delegato”.
Seguirono alla richiesta dei due assessori dieci mesi di lotta e di denunce contro di me in ogni ambito al fine di convincermi a “farmi da parte” e lasciar “gestire” l’informatica ai politici di turno coadiuvati dal nuovo segretario dell’assessore prima operatore di sala macchine del CED.
Una “ricognizione delle realizzazioni informatiche”, richiesta dalla Amministrazione alla Università di Milano SI CONCLUSE CON UN RICONOSCIMENTO DI ECCELLENZA DI QUANTO DA ME FATTO.
Dopo una riunione del luglio 1994, indetta in regione Piemonte sui sistemi di “allerta della popolazione” proposi alla Amministrazione “un sistema di informazione della popolazione” atto a scongiurare danni in caso di eventi ambientali potenzialmente dannosi.
Feci una proposta e la Amministrazione la cestinò.
La alluvione e la morte di 16 persone sono state il sipario che ha permesso di nascondere la nefandezza dell’abuso di un potere politico “deviato” che, in spregio di ogni norma, mi ha prima trasferito (atto di agosto 1994 con decorrenza primo settembre 1994) dal CED agli “Studi Programmazione e Statistica” e poi mi ha sospeso dal servizio (9 novembre 1994) perché imputato di vari reati a seguito delle denunce presentate proprio da quei politici “smaniosi di fare affari”.
Le imputazioni, elevate a seguito delle denunce presentate nel 1994 dalla Amministrazione di allora, dopo quasi sette anni di giudizi in sede penale, sono, alla fine, tutte cadute nel 2001 all’esito dell’esame della Corte di cassazione.
Un dipendente del CED, al quale avevo assegnato il compito di assemblare in un unico archivio e validare le registrazioni consegnate dal fornitore DATADIGIT Scrl ha prima certificato la presenza di tutte le 7.700 rigistrazioni e successivamente, dopo le sue elaborazionim e dopo la liquidazione, ad una ulteriore verifica HA DICHIARATO, SU PRESSIONE DEI CARABINIERI, CHE IL LAVORO PAGATO ERA INCOMPLETO PERCHE’ MANCAVANO 2.200 REGISTRAZIONI.
Fondendo in un unico qrchivio gli 11 archivi (che contenevano complessivamente 7.700 registrazioni) forniti dalla cooperativa DATADIGIT Scrl il dipendente incaricato del lavoro BELLOTTI Lorenzo AVEVA OMESSO le registrazioni che avevano codice intestatario della scheda TOSAP duplicato per il fatto di essere “utenti” di due aree soggette a tassazione
IL DIPENDENTE DEL CED ERA STATO CONVINTO con promesse poi non mantenute da un amministratore “nuovo arrampicatore della politica” ed ha cercato rifugio, con la condiscendenza e l’opportunismo di una parte della Magistratura (Il procuratore Rapetti), sotto l’ombrello dei pentiti.
Un procuratore politicizzato, un GIP poi diventato Presidente del Collegio Penale Giudicante, l’eccesso di solerzia deviante di giovani inquirenti (PG) hanno fatto di tutto per distruggere 16 anni di passione e di eccellenza professionale riconosciuta a livello italiano.
Tutto si è fermato il 9 novembre 1994, 3 giorni dopo la alluvione che ha distrutto la città ed il CED, quando i messi mi hanno recapitato l’ordinanza del Sindaco il quale, due giorni dopo la morte di 16 alessandrini, pagava, a chi le aveva finanziato la campagna elettorale, un conto politico con il “taglio della mia testa”.
Negli anni successivi, nel timore di un giudizio della magistratura a me favorevole, l’amministrazione ha soppresso il CED, demansionato il ruolo del settore informatica frammentandolo in due servizi separati, poi esternalizzati nel 2008, pochi mesi prima della sentenza di annullamento dell’atto di recesso che la Sindaco mi aveva irrogato nell’aprile del 2001 dopo quasi sette anni di sospensioni cautelari ALLORA SOLO PROVVISORIAMENTE privative dello stipendio e della maturazione di anzianità pensionistica.
Erano, a metà del 2008, direttore del personale la dirigente Bocchio, chiamata da Novi Ligure nel 1996 dalla sindaco Calvo e Sindaco era Fabbio Piercarlo.
Il dirigente che mi aveva sostituito alla direzione dei servizi di informatica era stato premiato con 280.000 euro di incentivo al pensionamento anticipato (6 mesi di anticipo oltre al TFR) e collocato in pensione contemporaneamente alla esternalizzazione delle attività di informatica comunale.
Quei 280.000 euro?!
Nel periodo di mia “difesa in giudizio”, dopo i primi 5 anni di sospensione “discrezionale” irrogata ai sensi dell’art. 91, comma 1, PARTE PRIMA del d.P.R. 3/1957 (e NON OBBLIGATORIA come continuamente e falsamente continuano a sostenere alcuni dirigenti e funzionari della Amministrazione Comunale: BOCCHIO, CALCAGNI, ...), sono seguiti prima una sospensione facoltativa il 19.10.1999 e poi una sospensione disciplinare (IRROGATA ILLEGITTIMAMENTE CON VIOLAZIONE DEGLI ARTT. 25 della Costituzione, 11 delle preleggi e 46 del CCNL) per 30 giorni alla quale è stato fatto seguire il recesso dal 7 aprile del 2001 (POI ANNULLATO DALLA CORTE DI APPELLO DI TORINO IL 20.11.2008 CON SENTENZA DICHIARATA PROVVISORIAMENTE IMMEDIATAMENTE ESECUTIVA).
Una dirigente del personale “molto solerte e riconoscente …alla parte politica che la aveva sponsorizzata” ha “inventato”, ha allucinato una collocazione temporale del contesto di fatto falsa e strumentale tesa ad evitare il pagamento delle retribuzioni e degli oneri assistenziali e previdenziali per tutto il periodo di sospensione cautelare discrezionale (5 anni) e facoltativo (18 mesi) PRIVANDOMI ANCHE DELLA ANZIANITA’ DI SERVIZIO.
Quella dirigente aveva omesso di adempiere all’ordine del Sindaco contenuto nell’atto di sospensione cautelare facoltativa del 19.10.199 di elevarmi la contestazione di addebiti disciplinari COME DISPOSTO DAL COMMA 2 DELL’ART. 92 DEL DPR 3/1957 PENA LA REVOCA DEL PROVVEDIMENTO ED IL RISTORO ECONOMICO E GIURIDICO PER TUTTO IL TEMPO TRASCORSO IN STATO DI SOSPENSIONE CAUTELARE.
Nutro un senso di ripudio nei riguardi di qualsiasi congrega, loggia o lobby.
Le lobby e le congreghe alessandrine ne hanno avuto consapevolezza e hanno ricambiato nascondendosi dietro burocrati compiacenti ed una magistratura ignava quando non collusa.
Ho dovuto lottare nei tribunali civili fino al 20 novembre 2008 quando un collegio di magistrati lontani dai pregiudizi e dai gruppi di interesse che governano Alessandria HA ANNULLATO L’ATTO DI RECESSO irrogatomi illegittimamente dalla sindaco Calvo ed HA CONDANNATO la Amministrazione Comunale a pagarmi le retribuzioni dalla data del recesso (la data di decorrenza giuridica del recesso che la Giurisprudenza fa risalire alla data di decorrenza della prima sospensione cautelare) sino alla data del ripristino del rapporto (di servizio in quanto, in assenza dell’atto di recesso sparito per annullamento giudiziale dal mondo del diritto, IL RAPPORTO DI LAVORO FONDAMENTALE di dirigente pubblico assunto in ruolo a tempo indeterminato, E’ STATO RIPRISTINATO EX TUNC).
Avevo collaborato, come consulente per la comunicazione, alla campagna elettorale di Fabbio con un “compenso” di 1200 euro pagato dalla Amministrazione Provinciale.
Poco prima delle elezioni, nel gennaio 2007, dopo aver “conosciuto” i nuovi membri dello staff di Fabbio, avevo preso le distanze per “incompatibilità ambientale”.
Riconoscevo onestà intellettuale a Piercarlo Fabbio … ma nutrivo riserve sui gruppi ai quali si era legato …
Il mese prima della pronuncia della sentenza di annullamento dell’atto di recesso da parte della Corte di appello di Torino la Corte costituzionale aveva pronunciato, il 20.10.2008, la sentenza n. 351 CHE DICHIARE, IN CASO DI ANNULLAMENTO DI UN ATTO DI RECESSO ILLEGITTIMO IRROGATO AD UN DIRIGENTE PUBBLICO LA INSUFFICIENZA DEL SOLO RISTORO ECONOMICO E SANCISCE L’OBBLIGO AL RIPRISTINO DEL RAPPORTO DI SERVIZIO ANCHE DOPO IL COMPIMENTO DEL 65é* ANNO DI ETA’ (GIURIS02)
La Amministrazione Fabbio, per punirmi dell’abbandono, ha sistematicamente omesso di ottemperare a quanto disposto dalla sentenza della Corte di Appello di Torino, ha premiato la Bocchio che aveva steso gli atti illegittimi di sospensione disciplinare e di recesso assegnandole l’incarico di dirigente della avvocatura comunale istituita per “ritardare ai nemici il riconoscimento di diritti legittimi e favorire gli amici” ed ha fatto presentare, nell’aprile del 2009, ricorso contro la sentenza di annullamento dell’atto di recesso.
Ad inizio aprile del 2010, a seguito di una mia denuncia penale per inottemperanza a sentenza e della conseguente richiesta di accesso da parte della polizia giudiziaria al mio fascicolo, il Segretario generale dott. Tumminello, nominato responsabile del procedimento dalla Giunta nel febbraio 2009, ha adottato un primo atto di ottemperanza alla sentenza con la quantificazione di quanto mi era dovuto per retribuzioni arretrate quantificato con un parere (alla data a me secretato).richiesto alla Bocchio ed espresso dalla Bocchio già dirigente del personale ed alla data dirigente della neoistituita avvocatura comunale,
Demansionamento, riduzione della retribuzione, disconoscimento del diritto alla RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA (ed ai fini pensionistici) per il PERIODO DI SOSPENSIONE CAUTELARE (discrezionale e facoltativa). Le sospensioni erano state irrogate con atti adottati ai sensi del d.P.R. 3/1957 e come tali, dopo la conclusione del procedimento penale terminato il 30,01,2001, DIVENUTI PRIVI DEL POTERE DI SOTTRARMI IL DIRITTO AL RISTORO ECONOMICO E GIURIDICO PER IL TEMPO TRASCORSO IN STATO DI SOSPENSIONE CAUTELARE.
Anche il diritto alla prosecuzione del servizio per un biennio oltre il limite di età OMESSO, NELLA TOTALE NONCURANZA, NONOSTANTE LA MIA DOMANDA INVIATA PER RACCOMANDATA IL 27.11.2008, sono solo alcuni degli ulteriori abusi del potere.
Tumminello a Pino
Chi paga tutto ciò? Fino ad oggi ho pagato solo io perchè LA MAGISTRATURA E LA CORTE DEI CONTI HANNO IGNORATO IL DANNO CHE I COMPORTAMENTI CRIMINALI DI ALCUNI BUROCRATI HANNO CAUSATO ALL’ERARIO.
Nel caso io riesca ad ottenere il riconoscimento dei diritti sostanziali riconosciuti dalla Giurisprudenza pagano tutti gli alessandrini, io compreso!
Politici e Dirigenti responsabili di ciò che è successo negli anni la passano liscia?
I burocrati si nascondono dietro al superiore interesse pubblico quando invece SONO AL SERVIZIO DEL PUBBLICO, dimenticando che operano oggi come il privato datore di lavoro ma sono tenuti a gestire secondo legittimità (artt. 28 e 97 della Costituzione).
Ci hanno messo e ci mettono del loro sia per accondiscendere ai desideri dei politici e sia per difendere i loro privilegi e gli interessi delle congreghe e/o logge massoniche delle quali fanno parte: l’interesse pubblico viene, quando viene, per ultimo.
La burocrazia di oggi è, più di ieri, serva e soprattutto collusa con la politica. Le Amministrazioni che ADOTTANO GLI ATTI DI INDIRIZZO UTILI A ORIENTARE GLI ATTI DI GESTIONE SONO POCHISSIME. Eppure la normativa voluta dal legislatore del 1990 SEPARA NETTAMENTE LE FUNZIONI!
L’arroganza della politica di oggi è, più di ieri, quanto mai spregevole perché priva della cultura politica e dei principi ideali di ieri.
Il collegio della Suprema Corte di Cassazione che speravo privo di sensibilità a stimoli ed influenze di parte e confidavo riconoscesse i diritti legittimi conseguenti all’annullamento dell’atto di recesso ha respinto, il 24 aprile 2021, il mio ricorso presentato nel novembre 2013 teso a vedermi elencare i diritti soggettivi conseguenti all’annullamento dell’atto di recesso.
Il rifugio leguleio del richiamo a cavilli formali in un paese di profonda civiltà politica ma appesantito da circa 150.000 leggi, norme e regolamenti OFFRE FORMALI SCAPPATOIE AL GIUDICE CORROTTO!
Dal giudice del lavoro in primo grado (Lippi costituita in violazione di legge) sino alla relatrice della Corte di cassazione, NESSUNO HA PROVVEDUTO AD UN ACCERTAMENTO DELLA CRONOLOGIA DEI FATTI NONOSTANTE LE MIE RICHIESTE.
SOLO LA PM MASTROBERARDINO HA CONFERMATO IL MIO DIRITTO AL RISTORO ECONOMICO E GIURIDICO PER IL PERIODO TRASCORSO IN STATO DI SOSPENSIONE CAUTELARE!
OGGI, AL TERMINE DEI GIUDIZI DI LAVORO, IL MIO STATO GIURIDICO RESTA QUELLO CONSEGUENTE ALLA PRONUNCIA DELLA SENTENZA N. 1193/08 PRONUNCIATA DALLA CORTE DI APPELLO DI TORINO IL 20.11.2008, DICHIARATA IMMEDIATAMENTE ESECUTIVA, INOTTEMPERATA (salvo un parziale pagamento fatto strumentalmente per “soddisfare” la richiesta di inquirenti dell’area penale da me sollecitati) , DEFINITIVAMENTE CONFERMATA DALLA SENTENZA PRONUNCIATA DALLA SUPREMA CIRTE DI CASSAZIONE N. 16190/11 PUBBLICATA IL 25.07.2011.
LA AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONTINUA AD OMETTERE DI OTTEMPERARE ALLA SENTENZA N. 1193/2008 DI ANNULLAMENTO DELL’ATTO DI RECESSO ED IL DEBITO DEL COMUNE AUMENTA OGNI GIORNO, OGNI MESE ED OGNI ANNO.
I SINDACI OMETTONO DI FORMALIZZARE GLI INDIRIZZI DI COMPORTAMENTO DEI DIRIGENTI PER EVITARE DI DOVER FARE IL CONTROLLO E PRENDERE PROVVEDIMENTI.
IL FUNZIONARIO AVV.TO CALCAGNI, INCARICATO DELLA DIREZIONE DELLA AVVOCATURA, A NOME DELLA AMMINISTRAZIONE, HA RISPOSTO ALLA MIA INTIMAZIONE AD ADEMPIERE IN UNO STATO CEREBRALE ALTERATO DI EBBREZZA E DI COMPIACIMENTO, SCRIVENDO CHE “IO HO PERSO TUTTI I GIUDIZI, PROPRIO TUTTI” E CHE “LA SOLA COSA CHR HO OTTENUTO E’ L’ANNULLAMENTO DELL’ATTO DI RECESSO”!
IL SODDISFACIMENTO DELLA MIA DOMANDA FONDAMENTALE IL CALCAGNI LO CHIAMA “LA SOLA COSA”!
LUI ED I SUOI ISPIRATORI HANNO OMESSO LA OTTEMPERANZA AL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA, HANNO OMESSO DI COLLOCARMI IN SERVIZIO E SUBITO DOPO DI COLLOCARMI IN PENSIONE SECONDO LEGITTIMITA’ NELLA TOTALE IGNORANZA ED INOSSERVANZA DELLA GIURISPRUDENZA ELENCATA IN GIURIS02 E GIURIS04.
HANNO ANCHE OMESSO (STRUMENTALMENTE?) DI CHIEDERE AL GIUDICE DI INTERROMPERE IL MIO RAPPORTO DI LAVORO FONDAMENTALE RIPRISTINATO A SEGUITO DELLA SPARIZIONE DAL MONDO DEL DIRITTO DELL’ATTO DI RECESSO ANNULLATO PROVVISORIAMENTE IL 20.11.2008 E DEFINITIVAMENTE IL 14.07.2011!
HANNO FATTO SCRIVERE ALLA DOTT.SSA VIMERCATI CHE SONO IN PENSIONE DAL 01.95.2007!
SECONDO LORO IO SAREI LEGITTIMAMENTE IN PENSIONE DA PIU’ DI UN ANNO PRIMA (dal 01.07.2007) DELLA PRONUNCIA DELLA SENTENZA CHE HA ANNULLATO L’ATTO DI RECESSO (al 20.11.2008)!
FANNO FINTA DI IGNORARE CHE QUEL PENSIONAMENTO VOLONTARIO DEL LUGLIO 2007 (anno precedente quello della sentenza n. 1193/2008) E’ STATO TRAVOLTO DAL RIPRISTINO EX TUNC DEL RAPPORTO DI LAVORO CONSEGUENTE ALLA DECISIONE DEL GIUDICE CHE HA ANNULLATO L’ATTO DI RECESSO (GIURIS04) O SONO PROPRIO TOTALMENTE IGNORANTI DELLA GIURISPRUDENZASUL PUNTO?
OGNI NUOVO GIORNO CHE PASSA IL DEBITO DEL COMUNE DI ALESSANDRIA NEI MIEI CONFRONTI AUMENTA CON GRAVE DANNO ALLA COMUNITA’, ALLA MIA FAMIGLIA ED A ME.
NEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DEL CONFLITTO ( il 13.01.2024) DENUNCERO’ ALLA MAGISTRATURA PENALE TUTTI COLORO CHE HANNO ABUSATO DEL LORO UFFICIO OMETTENDO ATTI DOVUTI.
ALLA MAGISTRATURA CIVILE E CONTABILE CHIEDERO’ DI FAR PAGARE I DANNI PROVOCATI ALLA COMUNITA’, ALLA MIA FAMIGLIA ED A ME, DA TUTTI COLORO CHE LI HANNO CAUSATI E CHE CONTINUANO A CAUSARE OGNI GIORNO CHE PASSA PER PERVICACE ED OSTINATA INOTTEMPERANZA ALLA SENTENZA DI ANNULLAMENTO DELL’ATTO DI RECESSO.
Negli anni ho messo a punto comportamenti, studiato strategie ed acquisito conoscenza e saperi dai migliori al mondo, da coloro che sono riusciti ed eccellere ed a realizzare imprese straordinarie.
Ho modellato solo quelli che hanno tenuto COMPORTAMENTI ETICI ed ho tralasciato lo studio di quelli che hanno messo in atto comportamenti di conflitto e competizione
Ne ho individuato l’enorme potere di favorire, più di ogni altra strategia, una ecologica crescita biologica e sociale sia personale e sia collettiva.
Sono oggi in grado di offrire un importante patrimonio di conoscenza e di consapevolezza in un contesto di determinazione e di saggezza conseguenti alla età raggiunta vivendo intensamente esperienze potenzianti.
Offro gratuitamente quel patrimonio, sotto la forma di accompagnamento maieutico, a tutti coloro che ne fanno richiesta attraverso il mio sito o attraverso il sito della associazione di promozione sociale fondata in ricordo di mio padre
aae-aps.org.
Il progetto è quello di contribuire a diffondere:
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- le migliori strategie di crescita etica della coscienza sociale;
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Lo faccio attraverso i siti che ho realizzato e che curo, lo faccio consigliando ed aiutando, per quanto mi è possibile, coloro che combattono per il rispetto dei diritti umani.
Lo faccio con la partecipazione alla “conservazione del ricordo di mio padre” e con la partecipazione al “cambiamento etico”.
Lo faccio attraverso la associazione di promozione sociale AAE-aps (EVOLUZIONE CONSAPEVOLE DELLA VITA https://aae-aps.org fondata, come ho già scritto, in ricordo di mio padre.
Logo della associazione AAE.
Lo faccio con incontri dal vivo nel corso dei quali facilito la comprensione di COME noi umani FUNZIONIAMO ED APPRENDIAMO OGNI COSA COMPRESA OGNI ALTRA CAPACITA’.
Lo faccio presentando le più recenti scoperte delle neuroscienze che confermano che il cervello è plastico, la intelligenza e le abilità non sono innate ma SI COSTRUISCONO MODELLANDO IL PROPRIO CONNETTOMA attraverso le esperienze personali CHE CIASCUNO DI NOI FA E, RAGGIUNTA LA ETA’ DELLA CONSAPEVOLEZZA, A VOLTE, SCEGLIE DI FARE.
TUTTI NOI ABBIAMO RICEVUTO, AL CONCEPIMENTO, GRANDI POTERI PERSONALI.
FRA QUEI POTERI C’E’ QUELLO DI FAR MATERIALIZZARE I NOSTRI PENSIERI E, FRA LE INFINITE VITE IMMANIFESTE POSSIBILI, FAR COLLASSARE LA VITA MANIFESTA CHE VOGLIAMO..
OCCORRE APPRENDERE COME USARE IL POTERE RICEVUTO AL CONCEPIMENTO TROPPO SPESSO IMPRIGIONATO DAI CONDIZIONAMENTI CABLATI NEL CONNETTOMA INCONSCIO DA ESPERIENZE DEPOTENZIANTI!
TUTTI NOI ABBIAMO ANCHE RICEVUTO, AL CONCEPIMENTO, GRANDI POTERI COLLETTIVI.
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Vincenzo PASINO
Dirigente PA locale con rapporto giuridico di lavoro inessere per omessa ottemperanza a sentenza da parte delle Amministrazi onicomunali di AlessandriaNato che si sonosuccedutedal 20.11.2008 ad oggi.
Nato in guerra
Agg. 20240310
(Continua)